Dalla quarta di copertina:
Ninina Cuomo di Caprio, genovese, laureata nell'Università di Genova, si è specializzata nello studio della tecnologia ceramica antica e nella microscopia ottica applicata alle ceramiche archeologiche, come testimoniano i numerosi articoli pubblicati su riviste italiane e straniere. Sul tema delle tecniche di cottura nell'antichità, nel 1971 pubblica una "Proposta di classificazione delle fornaci per ceramica e laterizi nell'area italiana", che serve tuttora a dare un inquadramento tecnico alle fornaci riportate alla luce dagli scavi archeologici. Frutto di un'indagine condotta in Puglia negli anni '70-'80, il libro "Ceramica rustica tradizionale in Puglia" (1982), tende ad accertare la persistenza degli strumenti di lavoro e delle pratiche lavorative attraverso i secoli, raccogliendo la testimonianza dei pochi vasai tradizionali ancora in attività. Lungo gli anni, partecipa a numerosi scavi archeologici condotti in Italia meridionale e in Sicilia, e si occupa attivamente del problema delle ceramiche d'imitazione contribuendo negli anni '70 alla creazione di un Laboratorio di termoluminescenza applicata all'archeologia presso l'Università di Milano. Negli anni '80, alcuni corsi di Archeometria tenuti all'Università di Venezia in qualità di professore a contratto portano alla stesura di un manuale per studenti, oggi adottato in molte Università italiane, dal titolo: "La ceramica in archeologia. Antiche tecniche di lavorazione e modernì metodi di indagine" (1985, ristampa nel 1988). A cura della Princeton University Press, nella collana "Morgantina Studies" dedicata agli scavi condotti in Sicilia dalla Princeton University, nel1992 pubblica il volume "Fornaci e Officine da vasaio tardoellenistiche" che illustra dieci fornaci per ceramica ritrovate a Morgantina, nel quadro di un ampio studio tecnologico e di microscopia ottica.
Dalla seconda/terza di copertina:
Sette storie vere di vasi falsi e acquirenti incauti, un catalogo di oltre cento schede di ceramiche frutto d'imitazione, un panorama dei reperti archeologici autentici che potrebbero avere costituito la fonte d'ispirazione del falsario. Sono questi i tre filoni principali del libro, stimolanti e divertenti. La pista del vaso falso è seguita con decisione, dai primi sospetti alle conferme date dalle analisi scientifiche. L'attenzione è rivolta a qualsiasi particolare possa portare alla scoperta della verità, in un crescendo di notizie che vanno dalla mitologia greca alla descrizione delle analisi di laboratorio in un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori . Il confronto tra vasi falsi e vasi autentici si accompagna alla descrizione degli acquirenti "bidonati" e dei falsari che tentano di raggiungere in bravura i vasai della Grecia antica, senza condannarli nè assolverli, in un susseguirsi di trame talvolta appassionanti talaltra ironiche. Personaggio-chiave è un archeologo-tecnico, la solitaria Doc, segugio curioso e tenace, che accompagna il lettore nel viaggio tra le ceramiche, nel mare infinito del falso e del vero.
Le informazioni nella sezione "Su questo libro" possono far riferimento a edizioni diverse di questo titolo.