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Torno, Armando La truffa del tempo ISBN 13: 9788804485070

La truffa del tempo

 
9788804485070: La truffa del tempo
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Recensione:
Che cos’è il tempo: un rompicapo da sempre per scienziati, santi, filosofi

Bruno Quaranta, Tuttolibri - La Stampa

Com’ è difficile stabilire in che giorno siamo. Musil, per esempio. Nonostante la varietà di dati raccolti («Sull’Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale...», «Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere», «Il vapore acqueo nell’aria aveva la tensione massima, e l’umidità atmosferica era scarsa»), nonostante osservi, ricordi, esplori, l’artefice dell’«Uomo senza qualità» è costretto all’imprecisione: «Era una bella giornata d’agosto dell’anno 1913». Chissà quale. Il tempo, così sfuggente, così perduto e così ritrovato, così impetuoso e così lento, così impetuosamente lento (già: festina lente). Ovvero l’eterna ricerca di un orologio universale, come recita il sottotitolo della nuova passeggiata mirandoliana di Armando Torno. Chi è? Un philosophe d’indole settecentesca, nuotatore abilissimo nei fiumi del sapere. Qui, in «La truffa del tempo», l’investigatore mai saccente, mai pedante, divulgatore per vocazione e per necessità (di tanto in tanto occorre arieggiare i granai, «dividere» le letture accumulatesi), dialoga con scienziati, santi e filosofi. Alla pari, dando le carte, ispirando le combinazioni, correggendo le rotte. Il tempo è una truffa. Perché? La risposta è scovata nella sceneggiatura del film «Beat the Devil» di John Huston, parole tra virgolette di Truman Capote: «Tempo, tempo, che cos’è il tempo? In Svizzera si fabbrica, in Francia è fermo, in Italia lo sprecano, in America dicono che è denaro e in India non esiste. Per me il tempo è una truffa». Già: che cos’è il tempo? Perché - avverte da subito Torno - «questa non è una storia del tempo, né dei calendari (ma le escursioni nei calendari, giuliano, gregoriano, rivoluzionario francese e via disponendo, a ogni latitudine e longitudine, non difettano, ndr). E’, semplicemente, un itinerario tra alcune concezioni del tempo». Aggrappandosi, aggrappandoci alla certezza agostiniana per non affogare, per non frantumarci la testa. «Confessioni», undicesimo libro: è veramente difficile rispondere alla domanda che cos’è il tempo?, «se non me lo chiedono lo so, se me lo chiedono, lo ignoro». Non bastano i secoli, i trattati, gli esercizi di saggezza: l’enigma resta, intenso, forse intonso, rebus che sfida e sfida ancora. Dov’è la truffa? E’ ancora il prestigiatore di fine secolo, di fine millennio, a rispondere: «Una truffa perché il gioco tra il tempo e l’uomo non è equo. Soltanto una fede profonda può rendere ragione dei giorni che passano, altrimenti c’è solo da illudersi». Il tempo, la complicazione che Dio, l’Essere Superiore, il Supremo Ente ha voluto depositare nel fardello umano. Lui che riassume in sé, sublimandoli (?), il passato, il presente, il futuro, che semplicemente è. Noi che (la lettera di Seneca a Lucilio) siamo in ansia (condannati a esserlo) per il passato, per il presente, per il futuro. Il dramma di non saper vivere l’attimo, ovvero di non saperlo isolare rispetto al precedente e al successivo, come drammaticamente non sfuggì a Carlo Michelstaedter. Sì, il paradiso perduto o mai raggiunto della persuasione, l’inferno quotidiano, inestinguibile della rettorica. Il tempo da misurare, da contare, che si accontenta di un pallottoliere: ovvero «chronos». E il tempo da afferrare, da modellare, da usare come un grimaldello, una formula capace di aprire il mondo, i mondi, una mappa dove decifrare la strada del tesoro: ovvero il «kairos», l’occasione per antonomasia. Perché il problema del tempo è il problema che maggiormente ci assedia? Risponde San Paolo: «Muoio ogni giorno». Chiosa Jorge Luis Borges: «La verità è che moriamo ogni giorno e che nasciamo ogni giorno. Stiamo morendo e nascendo di continuo. Per questo il problema del tempo ci tocca più degli altri problemi metafisici. Perché gli altri sono astratti. Quello del tempo è il nostro problema. Chi sono io? Chi è ognuno di noi? Chi siamo? Forse un giorno lo sapremo. Forse no. Ma nel frattempo, come disse Sant’Agostino, la mia anima arde perché desidera saperlo». Il compendio di Armando Torno ha il pregio di non spegnere il fuoco, anzi, ha il merito, il coraggio di rinnovare il quesito: sentinella, a che punto è la notte?

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  • EditoreMondadori
  • Data di pubblicazione2000
  • ISBN 10 8804485078
  • ISBN 13 9788804485070
  • RilegaturaAudio CD
  • Numero di pagine128

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Torno Armando
Editore: Mondadori (2000)
ISBN 10: 8804485078 ISBN 13: 9788804485070
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Descrizione libro brossura. Condizione: buone condizioni. Usato. Alcune sottolineature a matita., Ill. bn: --, Ill. colori: --, Peso: 140 gr. Codice articolo 7230-EE04

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