Recensione:
Un affresco della New York Anni 70, partendo dalla celebre passeggiata in alta quota di Philip Petit
Masolino D'Amico, Tuttolibri - La Stampa
Colum McCann, irlandese americanizzato classe 1965, impernia il romanzo Questo bacio vada al mondo intero su due episodi, uno autentico e molto famoso, l’altro inventato.
Quello autentico, avvenuto nell’agosto del 1974, è la passeggiata in alta quota che l’acrobata francese Philippe Petit compì lungo un cavo teso tra le due torri del World Trade Center, ancora fresche di inaugurazione. McCann, il cui innominato Petit agisce in silenzio come un dio dall’ispirazione misteriosa, ricostruisce fantasiosamente l’impresa in una serie di momenti dedicati anche alla sua preparazione. Il resto con la maggior parte della storia riguarda invece persone del tutto estranee all’avvenimento, ma che più o meno casualmente quel giorno si trovano a prenderne atto guardandolo meravigliate da lontano o semplicemente sentendone parlare, senza sapersi spiegare il fascino che quel gesto così sublimemente gratuito esercita su di loro.
L’episodio inventato è l’incidente automobilistico in cui perdono la vita due personaggi. Uno di costoro è Corrigan, giovane irlandese membro di un non ben definito ordine religioso che oltre a imporgli la castità gli ha assegnato come campo d’azione una delle zone più malfamate del Bronx. Corrigan vive poverissimamente adoperandosi per i reietti e accettando senza reagire le ricorrenti bastonature che gli infliggono i magnaccia delle prostitute cui presta la sua misera stanza perché possano ogni tanto rinfrescarsi e magari servirsi del wc. In tale topaia il determinato benefattore, pietoso con tutti ma implacabile col padre fedifrago quando costui si rifece vivo alla morte della madre, è stato raggiunto dal fratello maggiore Ciaran, che lasciata d’impulso la verde isola ora cerca senza troppo impegno un lavoro (vorrebbe, vagamente, scrivere). L’altra vittima dell’incidente che stronca Corrigan è una simpatica passeggiatrice negra cui egli stava dando un passaggio. Quanto all’incidente stesso, questo è provocato da una coppia di artistoidi benestanti e schizzati che fanno la bohème di lusso in una fuoriserie del ’27. Costoro scappano senza restare coinvolti, ma poi lei spinta dal rimorso va all’ospedale dove apprende la morte della ragazza, si fa dare in consegna le sue cose e va a portarle al fratello del defunto Corrigan, col quale si apre.
Intanto in un appartamento di Park Avenue si riuniscono certe signore non più giovanissime che si sono conosciute rispondendo a un annuncio sul giornale e che hanno in comune l’avere perso, tutte, dei figli in Vietnam. Ciascuna a turno ospita le altre; oggi, ossia il giorno della passeggiata dell’acrobata, tocca all’unica di loro che appartiene all’alta borghesia e che si vergogna un po’ del lusso del palazzo in cui vive. Costei è la moglie del giudice al quale sarà assegnato il caso dell’acrobata quando il reduce dell’esibizione, pur acclamato dalla folla come un eroe, verrà processato per i vari reati commessi. Poco prima che ciò avvenga però sua moglie ha «sororizzato» (si potrà dire?) con una delle sue ospiti, l’unica di colore, madre di ben tre soldatini uccisi, dopo avere rischiato di offenderla chiedendole incautamente di venire a servizio da lei. Questa donna ha un cuore enorme, che le consente non solo di passare sopra allo sgarbo, ma anche in un impulso di adottare le due bellissime bambine della prostituta uccisa nello scontro di cui sopra, avendole incontrate per caso sulla porta di casa sua...
Doctorow e DeLillo sono gli ovvi antecedenti di questa narrazione ad ampio respiro con mélange di fatti pittoreschi della New York di un preciso momento storico e altri inventati su figure emblematiche di quella comunità così multietnica e così stratificata. Anche se non possiede né la varietà del primo né l’estro dalle risonanze profonde e simboliche del secondo, e nonostante la scontata angelicità delle due orfanelle di pelle scura, McCann riesce a non sembrare ovvio né sentimentale, e sfoggia una encomiabile puntigliosità di ricerca e documentazione quando evoca con mano sicura bassifondi, aule di giustizia e molti altri ambienti della Grande Mela durante l’inquieto momento su cui ha puntato il suo obiettivo.
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