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L'amore è fragile. Nell'era tecnologica è diventato un optional. Lo sa bene Agathe, che attraverso i social network, la posta elettronica e i telefoni cellulari scopre i tradimenti del marito Jerome. Agathe e Jerome. Due figli, otto anni di matrimonio alle spalle, otto anni di progetti insieme. E poi, il tempo che tutto logora, la routine che prende il posto della passione, la complicità di ieri sepolta sotto le bugie e i sotterfugi. Per lei c'è un'unica via d'uscita: il divorzio. Ma la sua decisione porterà a una guerra senza esclusioni di colpi, che da tutte e due le parti non risparmierà scorrettezze, recriminazioni e falsità. È un "tramonto coniugale" che Agathe affronta contesa tra la voglia di cambiare vita e la paura del prezzo che questa scelta impone, tra le illusioni del passato e le verità scomode che affiorano dalle ceneri del suo matrimonio. In "Un affaire coniugale", Éliette Abécassis racconta l'odissea sentimentale di una donna, il suo dramma e la sua rinascita, il suo incubo e il lento risveglio. E con uno stile incisivo, quasi chirurgico, ci consegna un ritratto tanto cinico quanto realistico dell'amore ai tempi di internet.
Le informazioni nella sezione "Riassunto" possono far riferimento a edizioni diverse di questo titolo.
Recensione:
La chiamata notturna sconvolge il matrimonio
Giovanni Bogliolo, Tuttolibri - La Stampa
È sempre come al tempo di Tolstoj: tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Solo che, con le opportunità di comunicazione dell’era digitale, la fenomenologia di queste infelicità diventa ogni giorno più ricca e più varia. A guastare non la serenità, ma il tetro e rassegnato trantran di una coppia di parigini quarantenni sposati da dieci anni e genitori di due gemelli di sei è una pocket call notturna, una di quelle chiamate fortuite che per un movimento inconsulto partono da un cellulare dimenticato in tasca con la tastiera sbloccata. Così Agathe si trova ad ascoltare lo sfogo che alle cinque del mattino Jérôme, suo marito, sta facendo a un amico mentre vagabondano da un locale all’altro e ha la rivelazione dell’odio e del disprezzo che si nascondono dietro l’indifferenza del partner.
Da lì comincia una febbrile investigazione: sopralluogo, con effrazione, nello studio in cui Jérôme si rinchiude, copia delle mail dal suo computer, controllo dei messaggi ricevuti sul cellulare e, in un crescendo vertiginoso, creazione di un profilo fittizio su Facebook per far cadere il marito in una trappola erotica. Ne emergono non solo i prevedibili tradimenti, ma una sequela di bassezze, perversioni e miserie morali che sprofondano Agathe in un abisso di disperazione. Non è soltanto il suo matrimonio a essere messo in discussione, ma anche e soprattutto se stessa, la sua capacità di discernimento e la sua indipendenza di giudizio che l’hanno portata a scambiare una specie di mostro per l’uomo della sua vita.
Il romanzo della Abécassis segue con ritmo ossessivo il percorso di questa scoperta e intercala le fasi dell’autopsia del matrimonio con i passaggi obbligati che portano al divorzio: litigi, dispetti, contese su ogni minimo aspetto della vita quotidiana finché dura la convivenza; poi avvocati, coach divorzisti, investigatori privati, notai, commercialisti e psichiatri nel tempo - in Francia per la verità piuttosto breve - che occorre per arrivare alla sentenza. Nulla ci viene risparmiato, ma tutto ci viene raccontato - e non potrebbe essere diversamente in un romanzo alla prima persona femminile - dalla parte di lei, con una coinvolgente e dettagliata descrizione della crisi esistenziale che attraversa e un’inconsolabile vergogna per la propria cecità, unica colpa ammessa e forse unica ammissibile, sia perché propizia l’autocommiserazione, sia perché non incide sul fallimento del matrimonio. Di questo, in mancanza di contraddittorio, l’unico colpevole risulta il marito, di cui ci viene fornito un ritratto, perfetto fino alla caricatura, di perverso narcisista. Manca anche, in questo clima di angosciosa conflittualità, un lume di speranza, non solo per la protagonista, ma per la stessa vita di coppia, se la morale della favola sta nella ricetta che la scrittrice propone: «Per fare le cose per bene, bisognerebbe cominciare con il divorzio. E poi ci si sposa».
Giovanni Bogliolo, Tuttolibri - La Stampa
È sempre come al tempo di Tolstoj: tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Solo che, con le opportunità di comunicazione dell’era digitale, la fenomenologia di queste infelicità diventa ogni giorno più ricca e più varia. A guastare non la serenità, ma il tetro e rassegnato trantran di una coppia di parigini quarantenni sposati da dieci anni e genitori di due gemelli di sei è una pocket call notturna, una di quelle chiamate fortuite che per un movimento inconsulto partono da un cellulare dimenticato in tasca con la tastiera sbloccata. Così Agathe si trova ad ascoltare lo sfogo che alle cinque del mattino Jérôme, suo marito, sta facendo a un amico mentre vagabondano da un locale all’altro e ha la rivelazione dell’odio e del disprezzo che si nascondono dietro l’indifferenza del partner.
Da lì comincia una febbrile investigazione: sopralluogo, con effrazione, nello studio in cui Jérôme si rinchiude, copia delle mail dal suo computer, controllo dei messaggi ricevuti sul cellulare e, in un crescendo vertiginoso, creazione di un profilo fittizio su Facebook per far cadere il marito in una trappola erotica. Ne emergono non solo i prevedibili tradimenti, ma una sequela di bassezze, perversioni e miserie morali che sprofondano Agathe in un abisso di disperazione. Non è soltanto il suo matrimonio a essere messo in discussione, ma anche e soprattutto se stessa, la sua capacità di discernimento e la sua indipendenza di giudizio che l’hanno portata a scambiare una specie di mostro per l’uomo della sua vita.
Il romanzo della Abécassis segue con ritmo ossessivo il percorso di questa scoperta e intercala le fasi dell’autopsia del matrimonio con i passaggi obbligati che portano al divorzio: litigi, dispetti, contese su ogni minimo aspetto della vita quotidiana finché dura la convivenza; poi avvocati, coach divorzisti, investigatori privati, notai, commercialisti e psichiatri nel tempo - in Francia per la verità piuttosto breve - che occorre per arrivare alla sentenza. Nulla ci viene risparmiato, ma tutto ci viene raccontato - e non potrebbe essere diversamente in un romanzo alla prima persona femminile - dalla parte di lei, con una coinvolgente e dettagliata descrizione della crisi esistenziale che attraversa e un’inconsolabile vergogna per la propria cecità, unica colpa ammessa e forse unica ammissibile, sia perché propizia l’autocommiserazione, sia perché non incide sul fallimento del matrimonio. Di questo, in mancanza di contraddittorio, l’unico colpevole risulta il marito, di cui ci viene fornito un ritratto, perfetto fino alla caricatura, di perverso narcisista. Manca anche, in questo clima di angosciosa conflittualità, un lume di speranza, non solo per la protagonista, ma per la stessa vita di coppia, se la morale della favola sta nella ricetta che la scrittrice propone: «Per fare le cose per bene, bisognerebbe cominciare con il divorzio. E poi ci si sposa».
Le informazioni nella sezione "Su questo libro" possono far riferimento a edizioni diverse di questo titolo.
- EditoreMARCO TROPEA EDITORE SRL
- Data di pubblicazione2011
- ISBN 10 8855801732
- ISBN 13 9788855801737
- RilegaturaCopertina flessibile
- Numero di pagine222
- Valutazione libreria
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Un affaire coniugale.
Editore:
Marco Tropea Ed., Milano,
(2011)
ISBN 10: 8855801732
ISBN 13: 9788855801737
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Brossura
Quantità: 2
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Descrizione libro Condizione: NUOVO. Traduz.di E.Borgese. L'amore è fragile. Nell'era tecnologica è diventato un optional. Lo sa bene Agathe, che attraverso i social network, la posta elettronica e i telefoni cellulari scopre i tradimenti del marito Jerome. Agathe e Jerome. Due figli, otto anni di matrimonio alle spalle, otto anni di progetti insieme. E poi, il tempo che tutto logora, la routine che prende il posto della passione, la complicità di ieri sepolta sotto le bugie e i sotterfugi. Per lei c'è un'unica via d'uscita: il divorzio. Ma la sua decisione porterà a una guerra senza esclusioni di colpi, che da tutte e due le parti non risparmierà scorrettezze, recriminazioni e falsità. È un tramonto coniugale che Agathe affronta contesa tra la voglia di cambiare vita e la paura del prezzo che questa scelta impone, tra le illusioni del passato e le verità scomode che affiorano dalle ceneri del suo matrimonio. In Un affaire coniugale, Éliette Abécassis racconta l'odissea sentimentale di una donna, il suo dramma e la sua rinascita, il suo incubo e il lento risveglio. E con uno stile incisivo, quasi chirurgico, ci consegna un ritratto tanto cinico quanto realistico dell'amore ai tempi di internet. cm.14x21,5, pp.222, Coll.I Narratori. Milano, Marco Tropea Ed. cm.14x21,5, pp.222, br., cop.fig.a col.con bandelle. Coll.I Narratori. br., cop.fig.a col.con bandelle. Codice articolo 176658
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Un affaire coniugale
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Descrizione libro Brossura. Condizione: nuovo. Codice articolo 066338
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