Con la narrazione in "presa diretta" dei lunghi anni trascorsi dall'autrice prima nelle prigioni sovietiche, poi nella terribile Kolyma, "Viaggio nella vertigine" si presenta come un'opera che supera ogni tentativo di classificazione: è la ricostruzione storica di uno dei periodi più bui della storia russa ed europea, il racconto autobiografico di una donna e di un'intellettuale, un romanzo letterario dal linguaggio ora lirico ora drammaticamente incisivo. Un pellegrinaggio nel tempo e nello spazio che si affolla progressivamente di voci, personaggi e storie, e che per stile e tensione morale si pone sullo stesso piano dei grandi capolavori russi dell'Ottocento. Uscito per la prima volta in Italia nel 1967 all'insaputa dell'autrice (e in una versione ridotta), in Russia ha potuto vedere ufficialmente la luce solo nel 1990, quando nel resto del mondo era ormai considerato un classico. Questa è la prima edizione integrale in un unico volume pubblicata in italiano.
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VIAGGIO NELLA VERTIGINE
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