Recensione:
Un Nobel collezionista di consorti e all’avanguardia nella ricerca sul fotovoltaico. Tutte le donne che han fatto luce
D'Amico Masolino, Tuttolibri - La Stampa
A differenza di certi grandi narratori americani suoi coetanei come Philip Roth e Don DeLillo, che ultimamente dopo opere di grande impegno sono passati al «poco-e-spesso» (racconti allungati e non più romanzi corposi; d’altro canto, non fu Boileau a dire che un sonetto senza errori vale da solo un poemone?), il britannico Ian McEwan sorprende sganciando Solar, il suo libro più ricco ed elaborato da un bel po’ di tempo a questa parte. Non solo; ma, anche qui andando contro la tendenza dei suoi surricordati colleghi, il pessimismo delle cui storie sembra cresciuto di pari passo con la diminuzione della mole delle medesime, risulta, sorprendentemente e brillantemente, comico; e la comicità, per quanto amare possano esserne le conclusioni, non è mai veramente disfattista. Ultima novità, questo McEwan si è imbattuto in un personaggio nuovo, le cui manifestazioni non si stanca mai di osservare con un divertimento che il lettore condivide volentieri. Si tratta di un tipico antieroe moderno, pieno di difetti ma anche di vitalità, degno di non esaurirsi con un solo libro (e infatti qui campeggia al centro di tre storie collegate ma autonome), come il Coniglio di Updike o certi monologanti di Saul Bellow. E’ costui un sessantenne (poco meno nel primo episodio, che avviene nel 2000, poco più nell’ultimo, del 2009) piccolo di statura, pingue, spelacchiato, smodato nei vizietti, cibo, alcol e conquiste femminili, ma molto intelligente, come attestano sia un premio Nobel per la fisica conseguito a poco più di trent’anni, sia sporadici exploit del tipo di quando a Oxford per conquistare una ragazza che studiava lettere si fece, partendo da zero, una competenza enciclopedica sul poeta John Milton in una sola settimana. Quella ragazza, che poi diventò la sua prima moglie, appartiene al passato remoto. Quando noi incontriamo Michael Beard, lo troviamo in ambasce riguardanti la sua quinta consorte, che stufa dei tradimenti subiti gli sta rendendo la pariglia con un violento idraulico tuttofare. Pur senza pentirsi delle proprie malefatte, Beard sente ora di desiderare la bella Patrice come mai nel passato, ma non sa come comportarsi per riconquistarla, senza contare che la sua attività gli concede ben poco tempo per il privato. Nei vent’anni e passa trascorsi dal Nobel, infatti, più che continuare a studiare egli si è concesso di diventare una autorità vaga ma assai indaffarata, accettando la direzione di istituzioni statali e private, viaggiando per tutto il mondo a dare consulenze, partecipando a convegni e via dicendo. La sua prontezza gli ha sempre concesso di cavarsela davanti alle emergenze, ma lui per primo sa di non avere spessore. Adesso comunque il progetto di cui è alla testa, e che procede abbastanza sgangheratamente, riguarda una questione vitale per la sopravvivenza dello stesso pianeta, vale a dire il riscaldamento globale e la necessità di limitare le emissioni di carbonio. Beard, che aveva iniziato lavorando sulla luce, si trova così all’avanguardia nella ricerca sul fotovoltaico, tema che in questo episodio come nei due successivi fa da sfondo alle sue peripezie private. Queste riguardano: il rapporto con la quinta moglie e con gli amanti di lei, con un risvolto addirittura giallo; la caduta in disgrazia di Beard presso il grande pubblico in seguito a un’affermazione fraintesa dai media, combattuta contemporaneamente al problema postogli dalla sesta compagna ufficiale, che gli annuncia a sorpresa di essere incinta; la convergenza di femmine che vogliono la resa dei conti e di altri ancora più minacciosi fantasmi del passato sulla cittadina del Nuovo Messico dove si sta per sperimentare un nuovo avveniristico impianto per estrarre energia dall’acqua, ideato da Beard e finanziato da un affarista ora assai preoccupato della piega che le cose stanno prendendo. Con impressionante competenza McEwan sciorina una quantità di informazioni certo aggiornatissime sulla questione che tutti ci riguarda e sui modi con cui la scienza potrebbe proporsi di affrontarla, senza ignorare le ulteriori difficoltà poste dagli interessi di corporazioni, politici e via dicendo. E’ un reporter formidabile, basta a dimostrarlo la verve con la quale inserisce nelle vicissitudini di Beard una spedizione verso il Polo Nord per constatare lo scioglimento dei ghiacciai, analoga a una alla quale, l’autore dice nei ringraziamenti, egli stesso prese parte, e durante la quale ebbe l’idea del libro. McEwan è evidentemente un maestro nel tesaurizzare ogni esperienza, comprese quelle casuali. Io stesso mi trovai con lui, con l’allora sindaco di Roma Veltroni ed altri, a visitare la Domus Aurea; e poi trovai quella giornata perfettamente ricostruita e attribuita al protagonista di un altro romanzo, peraltro assai meno riuscito di questo.
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