Recensione:
Dal Vietnam a New York in fiamme, senza speciale aggressività. Credersi Dio a stelle e strisce
Pent Sergio, Tuttolibri - La Stampa
Quando hai raggiunto una popolarità tale che ogni tuo libro svetta in testa alle classifiche al di là o al di sotto dei meriti effettivi, la recensione del critico scivola nel limbo delle voci di sottofondo, anche qui nel bene come nel male. Il modesto compito del critico che pretende da se stesso solo una concreta obiettività indipendente, rimane comunque quello di valutare le dinamiche e le intenzioni, i risultati e le deficienze del libro. Quando si parla di Giorgio Faletti - o di altre firme da bestseller - il rischio può diventare quello di confondere l'autore con la sua opera, in una sorta di fenomenologia popolare disgiunta dal valore intrinseco di ogni singolo titolo. Ma la conferma - o la temporanea smentita - di un immenso successo deve risultare un campo aperto in cui ogni nuova sfida possa serenamente confrontarsi con una nuova lettura.Giorgio Faletti ci ha regalato un esordio da leggenda. Con vendite da leggenda, per i canoni italici delle tremila copie con premio «canicattì» incluso. Il resto è rendita. Un altro buon romanzo, un terzo titolo così così, un volume di racconti ben calibrati. E ora siamo a 200.000 copie in dieci giorni con l'ultimo romanzo, Io sono Dio. Destinate a crescere.Faletti conosce alla perfezione i meccanismi del thriller moderno, tanto da scegliere geografie cosmopolite per dilatarne le intenzioni, com'è il caso di questo lavoro, tutto a stelle e strisce. I misteri sono sempre intriganti, le dinamiche contorte, i buoni portano spesso una maschera a sorpresa, i cattivi sono altrettanto spesso macchie di colore in un tessuto narrativo stratificato, che nel caso di Io uccido disvelava infiniti piani-sequenza con effetti sorprendenti. Qui siamo alle prese con l'ennesimo reduce del Vietnam sfigurato dal napalm, che torna a vendicarsi dei cattivi che lo hanno costretto ad arruolarsi per non incriminarlo con un losco tranello. Introduzione, per un totale di 81 pagine. Tre decenni dopo, a New York cominciano a esplodere palazzi, con tanto di vittime innocenti. La detective Vivien Light indaga, insieme all'aitante Russell Wade, giornalista sputtanato da un Pulitzer vinto con l'inganno. Un paio di vecchie istantanee riconducono a un nome - Wendell Johnson - e a un periodo storico remoto, ma ormai l'ex reduce vendicativo risulta morto e sepolto. Quali dinamiche si celano dietro al pericolo di stragi a tutto campo da parte di qualcuno che si confessa con Padre Mc Kean - direttore dell'istituto di recupero giovanile Joy - dichiarando apertamente «io sono Dio»?Il lettore avrà le sue risposte, ritardate a dismisura da un meccanismo narrativo che ruota attorno a un'unica, seppure coraggiosa, idea di base. La soluzione del caso non è come potrebbe sembrare, anche se le motivazioni del bombarolo risultano quantomeno tirate per i capelli. Il complesso narrativo regge, il thriller è un thriller che scorre senza eccessiva aggressività, con qualche sorpresa indovinata. Ci piacerebbe, a questo punto, vedere un Faletti alle prese con un romanzo tricolore che non lo accosti necessariamente a paragoni ibridi con i vari Deaver, Connelly & company. Per offrire nuovi spunti a una credibilità che non sia solo il risultato di una consolidata strategia di mercato.
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