Dalla quarta di copertina:
In questa pièce teatrale, Roald Hoffmann - Premio Nobel per la Chimica con la passione della scrittura - riflette sulle responsabilità sociali di scienziati e artisti. Friedrich Wertheim, chimico di origine tedesca, si toglie la vita dopo aver scoperto che un gruppo di terroristi ha utilizzato una neurotossina di sua invenzione per commettere un genocidio. Le circostanze e le ragioni della sua morte sconvolgono profondamente la vita di tre persone a lui vicine: sua figlia Katie, anche lei una scienziata, ma con idee molto diverse sulle proprie responsabilità; il suo partner, Stefan, un artista concettuale e la seconda (ed ex) moglie Julia. In 26 scene, rapide e frammentate, i tre personaggi s’interrogano sulle ragioni del suicidio, scoprendo scenari inaspettati. Divisi dai ricordi e da un passato segnato dalla morte, i tre cercheranno di resistere alle trasformazioni che l’evento porta con sé, finendo col modificare i rapporti reciproci.
Dalla seconda/terza di copertina:
Roald Hoffmann, chimico statunitense di origine polacca, ha studiato alla Columbia University e Harvard. Nel 1962 ha sviluppato insieme a Robert Woodward le regole che spiegano alcuni meccanismi di reazione chimici; regole per le quali ha ricevuto il Premio Nobel nel 1981. Attualmente insegna alla Cornell University di New York, dove si interessa di proprietà e comportamenti delle sostanze organiche e inorganiche e dei materiali. Da sempre impegnato nella divulgazione scientifica, è anche autore di numerose opere di poesia e teatro.
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