La Guerra delle parole - politicamente corretto, neolingua, cultura della cancellazione, è un libro in due. La prima parte descrive la storia, i risvolti, i protagonisti, gli obiettivi di una guerra psicologica contro la psiche umana condotta attraverso il linguaggio. Il politicamente corretto ha generato una neolingua volta a cancellare i significati per imporre, con le nuove parole, una diversa visione del mondo. Sta diventando obbligatoria, opprimente, un vero e proprio meccanismo di controllo mentale. La seconda parte è un glossario ragionato della neolingua condotto sul filo della leggerezza, unita al rigore filologico e all’analisi psicologica delle parole che usiamo.
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Nato a Genova nel 1954. Dopo gli studi in lettere, ha esercitato la professione di funzionario direttivo dell’Agenzia delle Dogane. Svolge da tempo un’intensa attività pubblicistica; studioso di storia e geopolitica, ha scritto migliaia di articoli e una decina di libri e saggi, tra i quali ‘Manualetto di Antieconomia’, ‘Elogio dell’appartenenza’, ‘Volontà d’impotenza’, ‘Tecnopolis’, ‘George Soros e l’Open Society’.
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