Recensione:
Niente bere, niente fumo ora mi metto a scrivere
Dal gennaio 2011 - lo spiega lui stesso più d'una volta nella sua torrenziale, a tratti esilarante, insolita autobiografia - Neil Young ha smesso di bere e di fumare erba. Il che gli ha dato una nuova lucidità, messa in crisi - è sempre lui a raccontarlo - solo dal terrore di essere colpito dalla degenerazione cerebrale che rese demente suo padre a 75 anni. Lui di anni ora ne ha 67, e in quasi completo possesso delle proprie facoltà mentali e dotato di molti ricordi, si racconta lasciandosi divertire dal suo stesso viaggio nella memoria: «Scrivere è molto pratico, si spende poco ed è un gran modo di passare il tempo. Lo raccomando molto a qualsiasi vecchio rocker al verde che non sa cosa fare». Nell'ultimo (tra l'altro bellissimo) album Psychedelic Pill, Young dedica una canzone a un'altra canzone, Like a Rolling Stone, che Bob Dylan registrò nel 1965 («È ancora fresca come mi apparve il primo giorno che la ascoltai: ricordo ancora quel pomeriggio a Toronto. Mi cambiò la vita. La poesia, lo stile e l'ambientazione di quel pezzo fanno parte del mio carattere. L'ho assorbita», scrive ora nel libro): oltre che nella musica, evidentemente, il poco più anziano collega l'ha influenzato anche nella stesura dell'autobiografia. Come quello di Dylan (uscì nel 2004), il racconto di Young segue solo la logica dei ricordi, balza avanti e indietro, soprattutto scarta di lato. «Il sogno di un hippie» racconta di trenini elettrici, carri funebri usati come auto, furgoni, autobus, barche e soprattutto macchine: d'epoca, degli Anni Cinquanta, restaurate, ritrovate, salvate, distrutte, incendiate, collezionate. La musica rock è la musica della modernità, della tecnica, dell'elettricità e anche in questo, quel vecchio brontolone introverso di Neil Young è il suo più perfetto rappresentante. Più che di musica, argomento di cui in effetti lui trova difficile discutere, Young ama parlare di macchine e chitarre. Del nuovo formato audio digitale, Pono, che ha contribuito a inventare e dell'archivio di se stesso, progetto che lo appassiona da tempo.
Recensione di Tuttolibri, a cura di Piero Negri
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