Recensione:
Dal Texas il piccolo capolavoro di John Williams riscoperto postumo. Caro Stoner, che oscura vita esemplare
Masolino D'Amico, Tuttolibri - La Stampa
Oltre a insegnare letteratura inglese per trent’anni a Denver, Colorado, John Williams (1922-1994), nativo del Texas rurale, scrisse poesie e alcuni romanzi, uno dei quali, Stoner, uscì senza rumore nel 1965 ma poi fu periodicamente recuperato e segnalato da questo o quell’illustre scopritore che si meravigliava della sua scarsa fama. L’ultimo di tali ripescaggi è stato effettuato dalla «New York Review of Books», che nel 2005 lo ha ripubblicato nella sua collana di squisitezze; da allora Stoner ha raccolto altri elogi oltre a raggiungere almeno 50.000 nuovi lettori. Tutto ciò è in carattere col libro stesso, che racconta con pacata obiettività l’esistenza di un uomo oscuro, annunciandola come tale fino dalla prima pagina, così da mettere subito le carte in tavola eliminando ogni aspettativa di avvenimenti eccezionali o avventurosi.
Stoner, il protagonista, è figlio di contadini molto poveri e quasi analfabeti, che nel 1910 compiono lo sforzo di mandarlo a studiare agricoltura all’Università dello Stato. Qui il ragazzo, goffo, taciturno e introverso, è però colpito da una rivelazione, quando, umiliato da un professore per la sua incapacità di capire un sonetto di Shakespeare durante una lezione dell’obbligatorio corso di letteratura inglese, avverte di colpo che forse invece i libri possono parlargli; e avendo intrapreso la lettura per curiosità e per tigna, resta talmente affascinato dal mondo che gli si spalanca da cambiare programma per dedicarsi alle materie letterarie, specializzandosi addirittura negli esordi della letteratura inglese a partire dal latino e dalla grammatica medievale.
I genitori accettano perplessi il cambiamento - manderanno avanti la fattoria con un bracciante di colore - e da allora in poi Stoner non si allontanerà più dall’istituto dove si è diplomato e dove ricoprirà incarichi di peso crescente, pur senza mai arrivare alle vette. La sua infatti non sarà una vita ricca di successi, accademici o altri. Il suo primo libro resterà unico e verrà presto dimenticato. La sua carriera sarà avvelenata e sabotata fino all’ultimo da un collega astioso e vendicativo. Il suo matrimonio sarà un disastro sin dalla luna di miele, sua moglie rivelandosi per una donna instabile, sessualmente frustrata e piena di un ingiustificato ma incrollabile rancore.
All’unica figlia Stoner sarà vicino durante l’infanzia della piccola, ma poi la consorte riuscirà ad allontanarla da lui e ad avviarla a una maturità fallimentare. Unico raggio di luce nella vicenda umana di Stoner, la relazione con una studentessa laureata, relazione però prontamente stroncata dalle autorità dell’ateneo.
Quando finalmente Stoner muore, appena giunto alle soglie della pensione, non può dunque dire di avere conseguito niente di importante, né di avere alcunché da lasciare, neanche come ricordo. Eppure Stoner, pur senza mai distinguersi, è stato per decenni un buon insegnante, sempre teso a migliorarsi allo scopo di consegnare con più chiarezza agli studenti lo stupore della sua scoperta, ovvero della bellezza e dell’incanto che i libri possono contenere. Le disgrazie non hanno piegato la sua quieta dignità, e la sommessa elegia che John Williams - dal destino per qualche verso affine al suo - gli dedica si inserisce credibilmente in quel filone della letteratura inglese che nacque col celebre componimento di Thomas Gray sul cimitero di campagna, le cui tombe ospitano uomini che vissero vite oscure, ma le cui passioni e anche le cui gesta ignorate sarebbero potute servire di esempio a tutti.
Product Description:
Stoner [Hardcover] [Feb 23, 2012] Williams, John Edward and Tummolini, S.
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