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Da: Italia a: U.S.A.
Descrizione libro Condizione: NUOVO. A determinare il fascino dell'Officina ferrarese è il senso, da cogliere tra le righe, di drammatico sbigottimento per un patrimonio artistico straordinario che la fine del ducato estense (1598) aveva portato irrimediabilmente a distruggere o a disperdere e di cui la mostra della «Pittura ferrarese del Rinascimento» - allestita nel 1933-1934 nelle sale del palazzo dei Diamanti a Ferrara - non aveva potuto fornire che un pallido riflesso. Oserei dire che questo aspetto si coglie anche laddove la scrittura acquista un tono volutamente ridondante e visionario. Certo, per il frequente ricorso a metafore di tipo minerale - a proposito di Tura: «una natura stalagmitica; un'umanità di smalto e di avorio con giunture di cristallo» -, Longhi si mostra debitore nei confronti degli «Italian Painters of the Renaissance» di Bernard Berenson, che da ragazzo si era persino offerto di tradurre. Ora però un tale linguaggio non si risolve in un ricalco né in un virtuosismo fine a sé stesso, ma diviene lo strumento per restituire un mondo unico e irripetibile nella sua sontuosità. Per usare parole che la nostra epoca ha ridotto a slogan, la conoscenza del fatto artistico è alla base, per Longhi, della sua tutela e della sua valorizzazione. (Daniele Benati) cm.12,5x20, pp.384, numerose ill.bn.in tavv.ft. Coll. Carte d'artisti,181. Milano, Abscondita cm.12,5x20, pp.384, numerose ill.bn.in tavv.ft. br. copertina figurata a colori. Coll. Carte d'artisti,181. br. copertina figurata a colori. Codice articolo 270644
Descrizione libro Condizione: NEW. Codice articolo 9788884165909
Descrizione libro Brossura. Condizione: nuovo. Collana: Carte d'artisti. Codice articolo 063563