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Editore: Fondazione CISAM, 2000
ISBN 10: 8879882937ISBN 13: 9788879882934
Da: medimops, Berlin, Germania
Libro
Befriedigend/Good: Durchschnittlich erhaltenes Buch bzw. Schutzumschlag mit Gebrauchsspuren, aber vollständigen Seiten. / Describes the average WORN book or dust jacket that has all the pages present.
Editore: Fondazione CISAM, 1996
ISBN 10: 8879882732ISBN 13: 9788879882736
Da: MaxiBooks, Paris, Francia
Libro
Couverture souple. Condizione: Comme neuf.
Editore: Fondazione CISAM, Spoleto,, 1996
ISBN 10: 8879886010ISBN 13: 9788879886017
Da: FIRENZELIBRI SRL, Reggello, FI, Italia
Libro
brossura. Condizione: COME NUOVO. A cura di Glauco Maria Cantarella e Francesco Santi. cm.15x23, pp.228, Collana Quaderni di Cultura Mediolatina, 12. Spoleto, Fondazione CISAM cm.15x23, pp.228, brossura. Collana Quaderni di Cultura Mediolatina, 12.
Editore: Fondazione CISAM Todi 1989, 1989
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1979, 1979
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp V-49.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1977, 1977
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp 80.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1982, 1982
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp 60.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1980, 1980
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp 44.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1978, 1978
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp 70.
Editore: Fondazione CISAM, Spoleto,, 2012
ISBN 10: 887988753XISBN 13: 9788879887533
Da: FIRENZELIBRI SRL, Reggello, FI, Italia
Libro
brossura. Condizione: MOLTO BUONO. A cura di M.Bassetti e Bruno Toscano. cm.17x24, pp.272, illustrazioni in bianco e nero e a colori, tavole a colori. Collana Uomini e Mondi Medievali, 33. Spoleto, Fondazione CISAM cm.17x24, pp.272, illustrazioni in bianco e nero e a colori, tavole a colori. brossura. Collana Uomini e Mondi Medievali, 33.
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Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2013, 2013
ISBN 10: 8868090244ISBN 13: 9788868090241
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp IX-262, 35 ill. a colori f.t. Il fascino di Genova dipende anche da una particolarità: è possibile rintracciare gli stratificati segni di quanto la città è stata e di quanto ha fatto almeno dal secolo XI fino ai nostri giorni, in età ormai pesantemente postindustriale. Tra cancellazioni, trasformazioni, abbandoni e nuovi inserimenti, molti segni medievali sono ancora ben riconoscibili, come questo libro si propone di mostare fornendo una più larga cornice. Innanzitutto, chi guardi da una delle alture ? da un?appropriata postazione come quella dove è stato eretto a fine Ottocento il Castello De Albertis, un vistoso edificio in stile neomedievale ? l?esteso tratto vicino al mare, noterà uno skyline tipico di tante città italiane, che tuttavia è sicuramente meno aguzzo e militare rispetto a qualche secolo fa: ai giorni nostri, infatti, campanili e torri quasi si eguagliano per numero, dal momento che le seconde sono state per lo più ribassate perdendo la capacità di offesa e difesa e anche la possibilità che si scrutassero arrivi e partenze dal porto. Chi guardi il centro storico dall?alto ricaverà, allo stesso tempo, un?impressione di chiarore, grazie alla prevalenza di tetti in pietra di Lavagna, che conferiscono a Genova una qualità tutta mediterranea, benché con qualche luminosità nordica. Chi invece osservi la città più ?medievale? dal basso, attraversandola a piedi, dovrà innanzitutto abituarsi a prospettive quasi sempre strette, per la persistente densità di edifici che rende buie le strette vie ma apre a squarci di sorprendenti bellezza e suggestione. Per comprendere come Genova, dopo avere impiantato nei primi decenni del secolo XII le basi di un impero coloniale nel Levante mediterraneo, abbia inserito nella sua vita religiosa i frutti delle conquiste, potrà ammirare sia una meravigliosa cattedrale, che nella facciata duecentesca riprende fra tante esperienze decorative anche quelle del mondo islamico, sia i pezzi del suo tesoro, ciascuno con una vicenda e una provenienza singolarissime, che hanno acquisito significato anche sotto il profilo civico. All?interno della maestosa chiesa, mentre sarà colpito dalla magnificenza complessiva e dalla ricchezza degli apparati decorativi, potrà farsi allo stesso tempo una realistica idea dell?asprezza e della violenza del conflitto politico, se sarà consapevole che a fine Duecento un incendio appiccato dai sostenitori di una delle fazioni in lotta interessò addirittura parte di questo tempio, l?edificio più sacro della città. Nel percorrere l?area di antico sviluppo urbano, il visitatore più curioso sarà forse appagato dal sapere che si può disporre di una mappatura di tutte le unità immobiliari cittadine nel primo Quattrocento, con tanto dei nomi di proprietari e abitanti, ma che sarebbe possibile estenderla a ritroso, grazie a una disponibilità documentaria che non ha pari in tutto l?Occidente medievale, per moltissimi edifici, in qualche caso anche fino al secolo XII: tanto da avvicinarsi, quasi tangibilmente, anche alla trama delle relazioni di vicinato e delle preferenze per specifici luoghi di culto e da pervenire a una concreta comprensione delle dinamiche economiche, sociali e politiche. E dovrà cercare di visualizzare, con la consapevolezza del molto che è stato rimosso, anche quella ricchezza di particolari che caratterizzavano diffusamente gli alzati e non solo quelli che adesso presentano un aspetto monumentale o i palazzi rinascimentali per cui il centro ligure è famoso. In questa città, che senza perdere la sua animosità ha saputo accogliere e rimettere in circolazione uomini, merci di ogni genere e conoscenze contabili all?avanguardia, dovrà per esempio immaginare l?onnipresenza delle significantissime e prosaiche maglie delle catene che impedivano alle imbarcazioni nemiche l?accesso a Porto Pisano: asportate dai genovesi nel corso dell?impresa del 1290 che il cronista, senza tanti giri di parole, descrive organizzata pro dicto porto dimolendo, ostentate come trofei e restituite alla rivale tirrenica solo nel 1860, quando si pervenne all?Unità d?Italia. Per quasi sei secoli queste catene rimasero appese sulle facciate di nove chiese, del più famoso palazzo pubblico, delle due principali porte delle mura cittadine e addirittura di una casa privata. Se chi passeggia per Genova sarà colpito, per esempio, da un bel palazzo quattrocentesco, dovrà essere avvisato che questo secolo è connotato non solo da una marcatissima conflittualità politica interna (che non lo distingue dai precedenti), ma anche da ricorrenti governi stranieri: e ciò non ha la minima incidenza sulla capacità di attuare investimenti edilizi da parte delle ricche e potenti famiglie cittadine che sapevano accortamente disseminare i propri investimenti per tante regioni dell?Europa e del Mediterraneo. Chi guardi ai numerosi manufatti edilizi pervenuti dai secoli XI-XV dovrà infine mentalmente cercare di liberarli da una quota, anche parecchio consistente, di ?medioevo immaginario?, aggiunto con i restauri tardo ottocenteschi e primo novecenteschi; ma dovrà riconoscere anche questi ultimi come interessanti documenti che intendono esaltare proprio quel periodo risolutivo della storia cittadina, conferendogli nuovo significato nel clima della vicenda postunitaria e di un crescente vigore industriale e portuale. Indice: Parte prima: profilo generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Bibliografia - Indice dei nomi propri di persona e di luogo. - ISBN: 9788868090241.
Editore: Fondazione CISAM Todi 1998, 1998
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1978, 1978
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp IV-118.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1987, 1987
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp 134, 12 tavv f.t.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2015, 2015
ISBN 10: 8868090635ISBN 13: 9788868090630
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp X-105, 23 ill. a colori f.t. Il libro presenta la vicenda medievale aretina, secondo le direttive della collana, volta a indagare la presenza del Medioevo nelle singole città della penisola. Per tale motivo è diviso in tre parti, che sunteggiano la storia medievale della città, la sua situazione documentaria (in relazione al periodo preso in esame), la vicenda artistica e il suo lascito tuttora reperibile in città. La prima parte tratteggia l?evoluzione della città dall?alto Medioevo al Quattrocento, concentrandosi soprattutto sulla situazione politica, ma dedicando anche qualche pagina ai risvolti economici e religiosi di tale percorso. La seconda parte invece presenta i principali giacimenti documentari presenti in città e quelli rintracciabili fuori di essa, analizzandoli secondo gli enti che li produssero o che li conservarono a lungo. In questo modo viene additato un percorso fra le fonti per possibili ricerche sui principali temi di storia medievale della città. La terza parte infine propone una lettura cronologica dello sviluppo artistico aretino a partire da quanto rimasto in città e ripercorribile dal visitatore attento, soprattutto nel campo dell?architettura, che ha subito maggiori perdite e modifiche nel corso dei secoli. Chiude il volume una essenziale bibliografia sui principali aspetti affrontati nel testo, per poter orientare futuri approfondimenti. Indice: Introduzione - Parte prima: profilo storico generale - Parte seconda: la documentazione scritta - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Bibliografia - Indice dei nomi. - ISBN: 9788868090630.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2015, 2015
ISBN 10: 8868090848ISBN 13: 9788868090845
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp XI-200 di t., 28 ill. a colori f.t. Indice: Introduzione - Parte prima: profilo storico generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Bibliografia - Indice dei nomi propri di persona e di luogo. - ISBN: 9788868090845.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2016, 2016
ISBN 10: 8868090791ISBN 13: 9788868090791
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp IX-288 di t., ill. a colori e b/n f.t. Firenze ha un posto del tutto speciale nella storiografia medievistica: per la ricchezza delle testimonianze monumentali ed artistiche, ma anche per l?abbondanza delle fonti documentarie e degli studi che da quelle fonti sono partiti, tanto da rendere problematico ogni tentativo di sintesi. Allo stesso tempo però la chiave di lettura propria della collana, cioè l?interazione tra la storia politica, l?analisi delle tipologie documentarie e la riflessione sulle testimonianze materiali, consente di organizzare la gran massa degli studi fiorentini in una prospettiva originale. Questo volume segue quindi la storia cittadina partendo dall?eredità tardoantica, per entrare nella lunga stagione comunale, fino alle sperimentazioni politiche del XIV e XV secolo.Il primo momento cruciale messo qui a fuoco è quello altomedievale: un periodo sicuramente debole per la storiografia fiorentina, a motivo dell?estrema rarità delle testimonianze documentarie, anche rispetto ad altri casi cittadini analoghi, e della pressoché totale scomparsa delle emergenze monumentali. Gli studi archelogici hanno tuttavia recentemente rinnovato il quadro della ricerca, e quindi suggerito significativi ripensamenti anche delle dinamiche storico politiche: in particolare la vicenda del potere vescovile appare ormai un fattore decisivo, sia nella peculiare impostazione dei rapporti col territorio, sia per i rapporti con ceto dirigente urbano, sia infine per la complicata vicenda della spazialità episcopale, che solo lentamente giunse ad ancorarsi in quello spazio battistero-cattedrale poi monumentalizzato.Il punto finale di questo percorso, l?XI secolo, è anche la fase di incubazione della prima stagione comunale, che tuttavia a Firenze assume molto lentamente, nel corso del XII secolo, la forma stabile del governo consolare. È un ritardo che avrà effetti decisivi anche nel panorama documentario, se è vero che certe tipologie come la normativa municipale o i protocolli notarili rappresenteranno un giacimento significativo solo nella seconda metà del Duecento. Il periodo tra XIII e XIV secolo è senza dubbio la fase in cui l?iniziativa pubblica assume maggiore centralità nella storia cittadina, non solo per la capillarità dell?organizzazione istituzionale e delle sue forme di espressione (dalla pratica amministrativa alla memoria ufficiale), ma anche per l?intento esplicito e straordinariamente efficace di disegnare lo spazio urbano e i suoi centri: i palazzi pubblici e i grandi centri religiosi, fortificazioni e opere di gestione del fiume.I secoli della fine del Medioevo complicano notevolmente il quadro. Da una parte il profilo dei poteri pubblici si articola e si perfeziona, con in crescere delle ambizioni territoriali e l?intensificarsi delle relazioni esterne della Repubblica. Dall?altra parte però l?elemento più innovativo e peculiare della società fiorentina di quegli anni appare l?intensità della vita associata, sia familiare che corporativa. Libri di famiglia e ?ricordanze? private, contabilità aziendali, tribunali corporativi, archivi di confraternite e enti assistenziali si sono conservati in quantità ingentissime, così come esponenziale è la crescita della documentazione notarile dal primo XIV a tutto il XV secolo. Un quadro del genere trova un impressionante riscontro nella dinamica del paesaggio materiale della città nel tardo medioevo, quando l?iniziativa familiare esplode nei cantieri dei grandi palazzi quattrocenteschi, mentre quella corporativa si intreccia alla vita religiosa dando vita ai maggiori cantieri dell?ultimo secolo del medioevo, dall?ospedale degli Innocenti alla Cupola del Duomo. E in conclusione questa varietà di soggetti storici pone in una luce diversa anche la serrata dinamica politica della città prima, durante e dopo la stagione di egemonia medicea.Le fonti scritte, il paesaggio urbano, la vita politica sono insomma fattori diversi ma profondamente intrecciati, volti complementari di una vita cittadina che il volume intende cogliere, offrendo a studiosi e appassionati le coordinate e gli strumenti essenziali per affrontare la storia fiorentina in tutto il suo eccezionale interesse.Indice: Premessa - Parte prima: profilo generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Bibliografia - Indice dei nomi propri di persona e di luogo. - ISBN: 9788868090791.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2016, 2016
ISBN 10: 886809102XISBN 13: 9788868091026
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 24x17, pp X-76. Ristampa anastatica. Sommario: - Massimiliano Bassetti ed Enrico Menestò, Premessa - «Latratus canis» - Riflessioni sulle tecniche di citazione nell?alto medioevo. I testi raccolti in questo volume, e riprodotti anastaticamente, erano già stati pubblicati in: U.Eco, R.Lambertini, C.Marmo, A.Tabarroni, «Latratus canis», in L'uomo di fronte al mondo animale nell'alto medioevo. Atti della XXXI Settimana di studio (Spoleto, 7-13 aprile 1983), Spoleto 1985, pp. 1181-1230. U.Eco, Riflessioni sulle tecniche di citazione nell?alto medioevo, in Ideologie e pratiche del reimpiego nell'alto medioevo. Atti della XLVI Settimana di studio (Spoleto, 16-21 aprile 1998), Spoleto 1999, pp. 461-184. - ISBN: 9788868091026.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2016, 2016
ISBN 10: 8868091054ISBN 13: 9788868091057
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp X-269 di t., ill. a colori e b/n f.t. - ISBN: 9788868091057.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2017, 2017
ISBN 10: 8868091402ISBN 13: 9788868091408
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp VIII-241 di t., ill. a colori e b/n f.t. Per Roma, un libro come questo è forse più necessario che per altre città trattate nella presente collana. A Roma, infatti, il medioevo è nascosto. Se si eccettuano alcune chiese e una manciata di torri, il medioevo rischia di sfuggire anche al più colto dei visitatori. Il grande sviluppo edilizio della città nel Rinascimento e in età barocca, l?urbanistica post-unitaria e fascista che ha alterato a fondo la rete stradale e distrutto tanti monumenti medievali, ancor di più la passione antiquaria e archeologica per il mondo antico, che ha serenamente trascurato le stratigrafie medievali e sistematicamente spinto a ?liberare? dalle aggiunte successive ogni monumento della Roma antica: tutti questi elementi spiegano perché il medioevo sembri scomparso dal paesaggio di Roma. Cancellata sotto il profilo edilizio e urbano, la Roma medievale ha inoltre sofferto a lungo di disinteresse e anche di discredito culturale. Per molti storici, la reale natura della città doveva essere quella di scenario all?affermazione del grande potere spirituale e universale del papato. Le concrete vicende della società, dell?economia e della politica cittadine poco interessavano, o addirittura venivano valutate negativamente. Tante volte Roma medievale è stata presentata come una città in declino, parassitaria, avida delle ricchezze della cristianità, grettamente contrapposta alla sua vera missione storica, ospitare e sostenere il monarca della cristianità tutta. Invece l?eredità della fase medievale della storia cittadina è molteplice, onnipresente, di indubbia importanza. Occorre però saperla riconoscere, abbandonando giudizi e disinteressi ormai datati e accettando di affrontare, sia pure in forma semplificata, le grandi discussioni scientifiche di cui Roma medievale è stata ed è oggetto, più di qualsiasi altro centro. Come va interpretato il passaggio al medioevo in quella che era stata la creatrice dell?Impero? Che ruolo ha realmente avuto il papato nella vita cittadina? Che significato dare alle pulsioni autonomistiche della cittadinanza verso il suo vescovo e gli imperatori medievali? Negli ultimi decenni, ricerche e dibattiti sono andati moltiplicandosi. Le nostre conoscenze sono enormemente cresciute. Il merito, oltre agli storici e agli esperti delle fonti scritte, spetta agli archeologi. Specialmente a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso Roma è stata oggetto di fondamentali campagne archeologiche, che hanno indagato a fondo anche le stratigrafie medievali. La quantità di informazioni delle quali disponiamo è quindi cresciuta in modo esponenziale. Qualsiasi ricostruzione che non tenga conto nella stessa misura delle testimonianze scritte, iconografiche, storico artistiche ed archeologiche, non sarà quindi che decisamente parziale. La lettura integrata di queste diverse fonti permette invece di evitare facili stereotipi interpretativi: decadenza e collasso, rinascita, parassitismo economico e così via. Proprio l?ampiezza delle nuove conoscenze e il loro carattere multidisciplinare spiega, infine, perché questo libro sia frutto della collaborazione di studiosi di formazione diversa, esperti di storia socio-economica e istituzionale, di storia della documentazione scritta e delle sue pratiche di produzione e conservazione, delle fonti materiali. Solo l?unione di specialisti diversi può restituire in tutta la sua complessità la ricca eredità medievale di Roma. Indice: Parte prima: profilo generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Elenco delle opere citate e delle abbreviazioni - Indice dei nomi propri di persona e di luogo. - ISBN: 9788868091408.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 1982, 1982
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono. pp 84.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2010, 2010
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp XV-216, illustrato. ISBN 978-88-7988-938-4. In tutte le città italiane il Medioevo ha lasciato un segno importante. Lo ha lasciato nel paesaggio urbano e nei documenti d?archivio, ma non è sempre facile leggerlo. In alcune città lo spazio medievale è una piccola aiuola in una foresta cresciuta fra Settecento e Novecento. In altre è una serie di edifici, porte, chiese, distanti tra loro e senza un tessuto connettivo che sia immediatamente riconoscibile. Altre ancora hanno raggiunto prima della fine del Medioevo la forma che vediamo oggi e hanno visto nel Medioevo le espressioni più alte della loro cultura architettonica e artistica. Quanto alle carte degli archivi, la stragrande maggioranza giace ancora inedita, dovunque, e chi si avvicina alla loro consultazione non ha sempre una guida sicura per camminare tra di esse. La collana ?Il Medioevo nelle città italiane? vuole offrire agli studenti, ai giovani ricercatori, e i genere a tutti coloro che vogliano capire la dimensione medievale di una città italiana, uno strumento di primo approccio, ma sistematico e non superficiale. Dunque un profilo storico generale, una rassegna strutturale delle fonti scritte, una visione del paesaggio urbano e delle opere d?arte. Per ogni sezione, una bibliografia ampia e ragionata di studi, edizioni di fonti, strumenti di ricerca. La collana della Fondazione C. I. S. A. M. ?Il medioevo nelle città italiane?, diretta da Paolo Cammarosano su Siena, dedica il secondo volume della serie a Fermo, uno dei centri più rilevanti nel medioevo dell?area medio-adriatica. La città, situata sulla sommità di un colle, conserva intatta la struttura urbanistica medievale, giunta pressoché inalterata fino ad oggi e ricostruita con cura nel volume. La prima parte è dedicata ad un profilo generale della città: vengono prese in esame la struttura urbanistica, l?egemonia territoriale cittadina su uno spazio geografico compreso fra il mare Adriatico e i monti Sibillini, l?evoluzione demografica. Segue un profilo sintetico della storia politica, tracciato con ampia prospettiva diacronica, dall?alto medioevo, allorché Fermo si trovava negli spazi del Ducato di Spoleto, fino alle soglie del Cinquecento, quando la città picena era ormai stabilmente inquadrata all?interno dello Stato della Chiesa. La seconda parte ha come fulcro l?analisi della documentazione scritta, articolata sulla base dei centri originari di produzione e sui depositi attuali di conservazione, corredata di una bibliografia ragionata ed esaustiva delle edizioni e degli strumenti di ricerca. La terza parte, dedicata al paesaggio urbano e le opere d?arte, riconduce le strutture architettoniche e le opere d?arte al loro contesto storico e cerca di cogliere la maggiore o minore distanza che le separa, oggi, dalla fisionomia originaria e dai luoghi dove furono inizialmente prodotte e collocate. INDICE: Introduzione - Parte prima: profilo generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Elenco delle opere citate e delle abbreviazioni - Indice dei nomi propri di persona e di luogo.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2012, 2012
ISBN 10: 8879887556ISBN 13: 9788879887557
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp XI-247, illustrato a colori. ISBN 978-88-7988-755-7. A guardarlo il centro di Bologna pare tutto medievale. Se ne può rendere conto chiunque, anche un turista di passaggio. Immaginiamo per esempio di dover aiutare, in un torrido agosto, uno sperduto visitatore, diciamo berlinese, appena arrivato in piazza Santo Stefano, a raggiungere piazza Maggiore. Per andare sul sicuro (e farlo rimanere all?ombra) lo si potrebbe indirizzare di portico in portico verso via Rizzoli fornendogli quali punti di riferimento il medievale palazzo della Mercanzia e le medievali Due Torri. Dopo averlo fatto voltare a sinistra per fargli percorrere, sempre all?ombra, un breve tratto di quella che un tempo si chiamava solo via Emilia, gli si potrebbe dire di fermarsi e voltare ancora a sinistra in prossimità degli edifici che prendono il nome da personaggi duecenteschi: il palazzo Re Enzo, quello del Podestà e quello d?Accursio. Per accertarsi di essere arrivato a destinazione si dovrebbe a quel punto guardare intorno e cercare l?incompiuta facciata della medievale chiesa di San Petronio. Se poi quel turista, apprezzato il giretto, decidesse di restare in città per una settimana, al termine del suo soggiorno si sarebbe ormai fatto un?idea di come è fatta questa città. Se non fosse del tutto sprovvisto di senso dell?orientamento (o se avesse deciso di darle un?occhiata dall?alto, salendo sulla torre degli Asinelli o consultando un sito di mappe satellitari) probabilmente la raffigurerebbe come una croce, il cui centro è Piazza Maggiore, dal cui braccio orizzontale (sempre la via Emilia) si dipartono da una parte e dall?altra alcune radiali (particolarmente percepibili ad oriente, da quelle Due Torri che ha visto il primo giorno). Se fosse dotato di spirito di osservazione avrebbe addirittura scoperto che queste radiali sono collegate tra loro da vie che complessivamente vengono a formare un perimetro più piccolo e concentrico rispetto a quello che separa il centro storico dal resto della città, i viali di circonvallazione. Ebbene il nostro berlinese, ormai smagato, non avrebbe fatto altro che combinare tra loro le tracce più evidenti dello sviluppo urbanistico medievale: la complicazione dell?antica struttura ortogonale romana avviata tra l?età longobarda e il secolo XII (la croce e le radiali) e le due ultime cerchie di mura (i due perimetri, quello più piccolo che unisce le radiali e quello maggiore dei viali). La forma del centro di Bologna e gli elementi che la compongono sono dunque il risultato di interventi avvenuti tra il IV e il XIV secolo e cioè tra il momento in cui l?insediamento romano costruito attorno al cardo e al decumano era ridotto ai minimi termini e quello in cui, dopo alcuni secoli di crescita, dapprima impercettibile, poi lentissima, quindi impetuosa, l?espansione subì un nuovo e violento arresto, destinato a lasciare la città in quella forma lungo i secoli dell?età moderna. Questo fatto così evidente ha fatto scrivere a Gina Fasoli, venerata fondatrice della moderna medievistica bolognese, che Bologna è ?una città in cui il tempo diventa visibile? quasi a dire che il medioevo si vede a occhio nudo. È un?impressione facilmente condivisibile e che tuttavia rischia di generare fraintendimenti. Se infatti il nostro turista fosse per incanto scaraventato al tempo di Guido Guinizzelli (seconda metà del Duecento) e costretto a ripercorrere la strada che aveva fatto il suo primo giorno si ritroverebbe in un panorama assai diverso. Alla sua partenza non vedrebbe alcun palazzo della Mercanzia e al suo arrivo nessuna chiesa di San Petronio. Attraverserebbe invece un grande mercato alimentare dotato di macelli e pescherie, vedrebbe una quantità di torri tale da fargli ridimensionare il valore di segnavia di quelle due che lo avevano colpito tanto, percorrerebbe una via Emilia ben più stretta e infine si verrebbe a ritrovare in una piazza in cui il palazzo del comune non è quello che pensava, una piazza più piccola e non così squadrata come gli era sembrato, su cui si affacciano tante casette private, anche loro dotate di torri; il tutto, poi, avendo attraversato almeno una volta, forse due, un corso d?acqua. La medievalità di Bologna, insomma, salta all?occhio, ma inganna. Non è solo il frutto dell?innegabile continuità tra quell?epoca e l?oggi, ma anche il risultato di consapevoli scelte compiute in vari momenti per celebrare un momento del passato (quel secolo XIII così importante per il comune) per mezzo di diverse strategie: aggiungendo alcuni elementi (come il palazzo della Mercanzia, o la chiesa di san Petronio, costruite tra fine XIV e inizio XV secolo), selezionandone alcuni altri (come le torri oggi visibili, sopravvissute agli abbattimenti dei primi del Novecento), rifacendone altri ancora (come i palazzi della piazza, frutto del gusto antiquario di Alfonso Rubbiani attivo nella Belle Époque), e infine seppellendone non pochi, come i canali. Accostarsi davvero alla Bologna medievale significa allora recuperare ciò che non è sopravvissuto alla selezione, passare in rassegna ciò che appare in superficie, scavare per far riaffiorare le tracce della sua storia, in primo luogo quella del suo tessuto urbano, che Cesare Brandi definiva ?la vera bellezza di Bologna?, provando a stabilire (e non sempre è facile) quando e come i suoi principali elementi sono comparsi. INDICE: Introduzione - Parte prima: profilo generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Bibliografia - Indice dei nomi propri di persona e di luogo. - ISBN: 9788879887557.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2013, 2013
ISBN 10: 8868090023ISBN 13: 9788868090029
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 21x12, pp X-203, illustrato a colori. Chi osservi Ascoli dalle pendici che a mezzogiorno salgono verso Colle San Marco si rende subito conto della posizione eccezionale di cui gode la città, adagiata su un terrazzo delimitato dal corso del Tronto a nord e da quello del Castellano a sud e a levante, dove avviene la confluenza nel fiume maggiore. I bordi del terrazzo, che scendono quasi a picco sino al letto dei fiumi, formano profondi fossati naturali. A ovest il Colle dell'Annunziata, che sovrasta l'abitato di un centinaio di metri, lascia solo un angusto corridoio tra il colle e la riva destra del Tronto. In un luogo in cui idrografia e orografia assicurano una protezione naturale straordinaria, non poteva non sorgere un centro abitato. Non stupisce quindi che la storia di Ascoli conti più di 2.500 anni. A una frequentazione umana che risale alla preistoria fece seguito la città picena, poi romana, poi longobarda, infine libero Comune prima di essere inserita stabilmente nello Stato della Chiesa. Se la prima e duratura organizzazione dello spazio urbano risale all'Antichità romana, di cui restano ampie tracce, non c'è dubbio che il Medioevo abbia lasciato l'impronta di gran lunga più forte. A ciò concorrono in primo luogo le numerose chiese romaniche. Risalgono ai secoli XI-XII, e mantengono in diversa misura i caratteri originari, la Cattedrale e il Battistero; poi, concentrate nel cuore della città, una dozzina di chiese tutte edificate ? più o meno nella forma attuale ? tra l?inizio del XIII e la metà del XIV secolo; chiese che custodiscono tra l?altro un patrimonio iconografico di alta qualità. Il gotico ha lasciato ad Ascoli una eredità meno diffusa, ma di elevato valore nella chiesa e nel convento di San Francesco. Un'altra eredità del Medioevo sono le alte torri ? poche tuttavia quelle superstiti se rapportate alle cento circa attestate a fine Trecento ? che connotano soprattutto il quartiere di San Giacomo; e poi il reticolo di rue e di vicoli che dà l?impronta a buona parte del tessuto urbano. Anche le due piazze principali (del Popolo e Arringo), la prima il salotto buono di Ascoli e insieme il luogo degli incontri e dello struscio nel cuore commerciale della città, la seconda il severo spazio monumentale del potere ecclesiastico e di quello civico, per quanto siano entrambe il risultato di un riassetto plurisecolare, ci ricordano a colpo d'occhio l'origine medievale, non fosse altro per la fiancata e l'abside gotico di San Francesco, in un caso, e per il Battistero romanico nell'altro, che ne chiudono parte degli spazi. L'età comunale ha rappresentato il momento più alto nella storia della città. Ascoli, prima attraverso i propri vescovi poi tramite le magistrature comunali, seppe muoversi abilmente tra Papato e Impero, tra lo Stato della Chiesa, di cui faceva parte, e il confinante Regno meridionale, creandosi ampi spazi di sovranità, conquistando e organizzando un territorio dipendente che andava ben al di là dei confini diocesani, incrementando le attività mercantili e manifatturiere, con la conseguente forte espansione del tessuto urbano. Gli ultimi decenni del Duecento rappresentarono il culmine dello sviluppo e della potenza ascolana, e coincisero in parte con l?elevazione al soglio pontificio di Girolamo d?Ascoli, papa Niccolò IV. Il periodo successivo alla metà del Trecento vide il lento inserimento della città ? anche se non lineare e spesso violentemente contrastato ? nella maglia amministrativa dello Stato pontificio, con la riduzione progressiva degli spazi di sovranità e con limitazioni alla stessa autonomia interna. Con la fine, nel 1502, della cosiddetta libertas ecclesiastica (ovvero del privilegio di governarsi in forma autonoma, ottenuto giusto vent?anni prima) si concludeva definitivamente la parabola della città-stato medievale. Indice: Introduzione - Parte prima: profilo generale - Parte seconda: le fonti scritte - Parte terza: il paesaggio urbano e le opere d?arte - Bibliografia e Abbreviazioni - Indice dei nomi propri di persona e di luogo. - ISBN: 9788868090029.
Editore: Fondazione CISAM Todi 1989, 1989
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Condizione: UsatoBuono.
Editore: Fondazione CISAM, 2022
ISBN 10: 8868093529ISBN 13: 9788868093525
Da: libreriauniversitaria.it, Occhiobello, RO, Italia
Libro
Condizione: NEW.
Editore: Fondazione CISAM, Centro Italiano di Studi Sull'Alto Medioevo, Spoleto,, 2004
Da: Bouquinerie du Varis, Russy, FR, Svizzera
broché. 240x170mm, XXIII- 157pages, Nuovo stato. Bel exemplaire. En cas de problème de commande, veuillez nous contacter via notre page d'accueil / If there is a problem with the order, please contact us via our homepage.
Editore: CISAM, Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, Spoleto,, 2006
Da: Bouquinerie du Varis, Russy, FR, Svizzera
240x170mm, 211pagine, in brossura. Buone condizioni. En cas de problème de commande, veuillez nous contacter via notre page d'accueil / If there is a problem with the order, please contact us via our homepage.
brossura editoriale. Itinerari Spoletini n. 2. in buone condizioni. Pagine: 84 Peso: 1.
Editore: Fondazione CISAM Spoleto 2013, 2013
ISBN 10: 8868090015ISBN 13: 9788868090012
Da: EDITORIALE UMBRA SAS, Foligno, PG, Italia
Libro
Condizione: Nuovo. Bross., cm 24x17, pp XX-53, 4 tavv. a colori f.t. Terza ristampa. - ISBN: 9788868090012.