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Condizioni

Legatura

Ulteriori caratteristiche

  • Prima edizione
  • Copia autografata
  • Sovraccoperta
  • Con foto (1)
  • No print on demand

Paese del venditore

Valutazione venditore

  • Due opere legate in folio (cm 22 x 31), legatura mod. carta decorata, pp (2), 36 per la prima opera; (2), (1) carta bianca, 44 per la seconda. Capilettera, testatine, finalini silografici, testo incorniciato da filettatura, la seconda opera ornata da doppia filettatura: nello spazio bianco tra i due filetti, i rimandi agli autori giuridici citati nel testo. Esemplare in buone condizioni, carta forte, bruniture ad alcune carte. Vicenda avvincente e narrata in toni autorevoli e appassionati dal giureconsulto Altogradi, celato sotto pseudonimo, in quest'edizione senza indicazione del tipografo e con luogo di stampa fittizio. Il suggestivo incipit d? subito al lettore la misura del fierissimoconcetto di libert?, che anima la Repubblica di Lucca: "E' legge antichissima. per la quale si proibisce indifferentemente a qualsivoglia persona, con particolar pena il portar armi in quella Citt?." 1638: un "hortolano" e uno "staffiero", con altri famigli e servitori del cardinal Marc'Antonio Franciotti novello vescovo della citt?, compiono reiterate infrazioni a tale civile consuetudine (che risale al 1383). La Repubblica incarcera i "delinquenti", ma ne demanda la punizione al padrone, che, noncurante, li fa rilasciare senza sanzione alcuna. Questo accade pi? volte; con "amaritudine" e sdegno, ma ancora fiduciosa, la Repubblica invia il suo ambasciatore Gentil'huomo Lucchesini prima da Sua Eminenza, poi, per conoscenza dei fatti, dal Pontefice stesso; in un primo tempo la benevolenza papale sembra volgere in favore dei lucchesi, ma presto intrighi prelatizi alla Corte romana intorbidano le acque, ritardando e complicando le comunicazioni tra offesi e offensore, intermediari, difensori pi? o meno disinteressati e solleciti. 1638/40: il Senato della Repubblica "incarcera in secrete" Nicolao e Bartolomeo Franciotti, fratelli del cardinale, "sospetti alla Repubblica per loro azioni e aderenze". Irremovibile al maneggi cardinalizi per scagionare il parentado, la Repubblica afferma e ribadisce che i fratelli Franciotti non sono che "sudditi. non esenti dal foro laico."Nicolao resta in carcere, come pure il "palafreniero". Scatta fulminea la scomunica, da parte del cardinal Raccagni Commissario Apostolico, contro i Signori del Senato, il Bargello, i custodi delle carceri, il popolo stesso: l'Interdetto viene pubblicato in Citt? dopo una concitata baruffa extra muros con il Raccagni. La "violenza", lo "scandalo", l' "offesa", questo vedersi trattati come "membri putridi" o "aspidi" da una Madre Chiesa per tanti secoli venerata con devozione, affliggono le "coscienze innocenti" dei lucchesi, desiderosi solo di "conservare inviolata quella a loro tanto dolce, e cara, libert?". La seconda opera ? un memoriale dettagliato dei fatti, destinato al Papa, intessuto di autorevoli richiami giuridici, che confuta punto per punto la liceit? dei torti subiti e reclama a gran voce l'intervento di Urbano VIII, ribadendo la pietas secolare della Repubblica. Sei esemplari censiti nelle biblioteche italiane. Cfr Lozzi; Bocca; Melzi; Vinciana.

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    Copertina rigida. Condizione: discrete. Prima edizione. Il volume comprende anche "Relatione di alcuni successi occorsi alla Republica di Lucca negl'anni 1638 / 39 /40. Dopoi la venuta à quel Vescovato del Sig. Cardinal Franciotti. Scritta fedelmente da Girolamo Beraldi Gentil'huomo lucchese". Cm.31x21,4. Pg.(2),44; (2),36. Legatura coeva in piena pergamena rigida, con titoli manoscritti al dorso a quattro nervi. Il testo è raccolto in cornicette (alcune decorate), con note in latino a margine. Due capilettera incisi. Lievi abrasioni alle sguardie. Bruniture. L'Autore delle due presenti Opere viene concordemente individuato in Lelio Altogradi (Lucca, 1590-1660) (cfr. Lucchesini "Memorie per la storia letteraria di Lucca", II, 146-147). A lui la Repubblica commissionò la difesa della medesima contro le pretese della Chiesa durante gli avvenimenti che portarono all'interdetto della città nel 1640. Dietro il conflitto giurisdizionale si nascondeva in realtà il timore della oligarchia cittadina verso il troppo rapido successo del casato dei Franciotti. All'Altogradi fu appunto dato incarico di tradurre nei due presenti resoconti a stampa, sotto lo pseudonimo di Girolamo Beraldi, tale malcontento (cfr. F.M.Fiorentini "Memorie degli uomini di molta stima che sono stati per nascimento ovvero abitazione lucchesi."). > Parenti ("Dizionario dei luoghi di stampa falsi, inventati o supposti"), 51. Lozzi, I, 2379. Melzi, I, 126. Piantanida, 815, "Opera pregevole e tenuta in conto, perchè l'Autore fu testimonio oculare degli avvenimenti narrati". ICCU\UBOE\006439, "Girolamo Beraldi è pseudonimo di Lelio Altogradi". 318 gr.