"Le relazioni pericolose" (1782) è ambientato nella Parigi del Settecento, dove la marchesa di Merteuil, falsa e devota, abbandonata dall'amante, Gercourt, decide di vendicarsi diso-norandolo. A questo scopo conquista la complicità del visconte di Valmont, suo ex amante e noto seduttore senza scrupoli. Valmont accetta la sfida e decide di sedurre la giovane Cécile, promessa sposa di Gercourt. Inizia così lo scambio epistolare (175 lettere) che mette in scena la rete diabolica elaborata da Valmont e dalla marchesa di Merteuil, tessuta in cinque mesi di progetti, manovre, sotterfugi, confessioni, elaborate ipocrisie, colpi di scena e complicatissimi intrighi. Nella rappresentazione dei due protagonisti principali, tutti presi dalla loro volontà di autoaffermazione, Laclos ritrae in modo del tutto originale il quadro realistico di una società moralmente dissoluta e crudele, ormai in discesa libera verso l'autodistruzione nel momento in cui elabora l'idea del massimo potere e del completo piacere, del dominio incontrastato e ottenuto con ogni mezzo, e a ogni prezzo. "Le relazioni pericolose" è stato oggetto anche di fortunati adattamenti cinematografici: Roger Vadim (1959), Stephen Frears (1988) e Milos Forman (1989).
Le informazioni nella sezione "Riassunto" possono far riferimento a edizioni diverse di questo titolo.
Classico «Le relazioni pericolose», sotto le convenzioni gravi insidie Laclos spietati maneggi
Bogliolo Giovanni, Tuttolibri - La Stampa
Altro che le intercettazioni! I lettori che nel 1782 si precipitarono a leggere Le relazioni pericolose - duemila copie esaurite in dieci giorni - non vi trovarono soltanto la conferma di quello che forse avevano sempre sospettato e in fondo pigramente accettato: che gli «opposti conformismi» della virtù femminile e del libertinaggio maschile fossero delle maschere obbligate, che dietro le raffinate convenzioni di una società aristocratica avviata al declino si celassero abissi di ipocrisia e di abiezione. Le lettere erano un documento ben più ricco e meditato di quanto possa mai essere l'intreccio estemporaneo delle conversazioni telefoniche e la sagace articolazione di un romanzo epistolare aveva una forza di verità a cui nessuna trascrizione potrà mai aspirare. Invece che una testimonianza involontaria, le centosettantacinque lettere che si scambiano i tredici personaggi del romanzo sono lo strumento - e spesso la sostanza stessa - del loro agire. Informano degli avvenimenti e insieme li provocano, fanno procedere l'azione e ne svelano i moventi, offrono della stessa realtà immagini variamente rifratte, tentano - e fino alla catastrofe finale realizzano - una completa sublimazione del fare nel dire. E' la parola - la lettera ancor più che la conversazione - che realizza la seduzione e la sopraffazione ed è ancora la parola - carpita o divulgata - che costituisce il vero premio della conquista. Come dice Cinzia Bigliosi Franck nel saggio che ha premesso alla sua nuova traduzione del romanzo, «il libertino consuma di testa un desiderio che nell'alcova si rivela il più delle volte fiacco e sbrigativo». Quello che le lettere rivelano non è un mondo visto da uno spiraglio, ma una società denudata, che continua ad agire al riparo di convenzioni che al lettore - e per il momento ancora a lui soltanto - non fanno più velo. Ma non per estraneità o distacco morale. Se si esclude l'inevitabile punizione finale dei malvagi (che, nella forma più severa e temuta, è comunque costituita dal discredito sociale), l'autore - e il lettore con lui - prende così poco le distanze dalla vicenda da fare della marchesa di Merteuil e del visconte di Valmont due eroi e da costruire attorno ai loro spietati maneggi un libro di straordinaria suggestione che può apparire tanto una condanna del libertinismo quanto una sua esaltazione. E se ne offre una sicura demistificazione, essa va di pari passo con quelle, altrettanto feroci, della falsa devozione e del moralismo benpensante. Più che questo o quel vizio e l'ipocrisia che li nasconde e li soccorre Laclos denuncia, come esplicitamente indica il titolo del suo romanzo, il pericolo delle relazioni, dei rapporti interpersonali a cui la società ha imposto delle regole che dovrebbero offrire una salvaguardia e invece celano le peggiori insidie. Mostra insomma una civiltà al culmine del suo sviluppo, che dell'intelligenza ha fatto un idolo e delle buone maniere un codice, ma che ormai impiega le residue risorse della prima per aggirare e infrangere impunemente il secondo. Senza speranze e neppure illusioni di riscatto. Almeno immediato. Prova ne sono il sottotitolo - Lettere raccolte in una società e pubblicate per istruirne altre - e i due brevi, contraddittori, scritti introduttivi: una Prefazione del redattore che attesta l'autenticità delle lettere e difende l'utilità della loro divulgazione («Considero che sia rendere un servizio ai costumi svelare i mezzi di cui si avvalgono coloro che ne hanno di cattivi per corrompere coloro che ne hanno di seri») e un'Avvertenza dell'editore che quell'autenticità mette in dubbio e biasima l'impudenza del redattore. Proprio come con le intercettazioni.
Le informazioni nella sezione "Su questo libro" possono far riferimento a edizioni diverse di questo titolo.
EUR 4,50 per la spedizione da Germania a Italia
Destinazione, tempi e costiDa: medimops, Berlin, Germania
Condizione: good. Befriedigend/Good: Durchschnittlich erhaltenes Buch bzw. Schutzumschlag mit Gebrauchsspuren, aber vollständigen Seiten. / Describes the average WORN book or dust jacket that has all the pages present. Codice articolo M08807821923-G
Quantità: 1 disponibili