Dov’è oggi l’antropologia? E dove sta andando? È dentro o fuori dalle accademie? È nelle agenzie internazionali, nelle sale di regia dello sviluppo economico o nelle case dei cittadini? E, soprattutto, in che direzione si sta muovendo? I saggi qui pubblicati tentano di rispondere a tali quesiti o di abbozzarne almeno una prima formulazione. Sono ricorrenti i dibattiti sulla crisi dell’antropologia così come su quella di altri settori scientifici. Le discipline sono in transizione e allo stesso modo anche i loro cultori e le stesse questioni che sorgono all’interno di ogni disciplina modificano la stessa; e queste nuove modifiche, configurazioni di tematiche e corrispondenti teorie, nuovamente trasformano la disciplina nella sua identità. In questo senso, l’antropologia segue l’inevitabile cammino di ogni altro ambito scientifico come la sociologia, le scienze politiche, l’economia. Ma siamo sicuri che l’antropologia sia semplicemente una disciplina? O è immanente all’antropologia l’essere altro da se stessa nel suo limite di disciplina? L’antropologia è sempre stata in crisi, e questa è la sua fortuna, e ora probabilmente si trova proiettata su una dorsale: oggi è chiamata a compiere delle scelte che riguardano la definizione della sua più profonda identità.
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