Riassunto
Il centro di partita è uno dei libri più importanti della storia degli scacchi e, senz’altro, il più travagliato. Il testo fu pubblicato nel 1929 e riscosse subito enorme successo. In quella sua forma è arrivato in Italia nel 1968, ma l’autore aveva cominciato a rivedere l’opera già negli anni Trenta, ritenendo necessario un aggiornamento per stare al passo con lo sviluppo del pensiero scacchistico. La nuova edizione avrebbe dovuto vedere la luce nel 1941, ma la guerra ne cambiò il destino: se l’autore si salvò, la valigia in cui aveva custodito gelosamente i quaderni con il testo rivisto andò irrimediabilmente perduta. Romanovskij impiegò il resto della vita per riscrivere il libro, che finalmente vide la luce in due tomi: Il piano (1960) e Le combinazioni (1963). Da allora è un caposaldo irrinunciabile della formazione di ogni scacchista russo e non solo. Le edizioni del 1929 e degli anni Sessanta sono tra loro completamente diverse per contenuto (del tutto nuovo), chiarezza espositiva e originalità nella trattazione. Oggi, grazie alla traduzione dal russo di Caissa Italia, quest’opera fondamentale è disponibile nella versione definitiva fortemente voluta dal suo autore.
Informazioni sull?autore
Pëtr Arsen’evič Romanovskij (29 luglio 1892 – 1º marzo 1964) è stato uno dei più influenti scacchisti e teorici russi e sovietici del XX secolo. Nato a San Pietroburgo, si avvicinò al mondo degli scacchi da giovane e, grazie al suo talento, divenne rapidamente una figura di spicco nel panorama scacchistico. Romanovskij vinse il Campionato Sovietico di Scacchi due volte, nel 1923 e nel 1927, distinguendosi per il suo stile di gioco strategico e per una comprensione profonda delle dinamiche del centro scacchistico. Le sue analisi e le sue partite furono un esempio per molti aspiranti giocatori. Oltre alla carriera agonistica, Romanovskij fu un prolifico autore di testi scacchistici, contribuendo in modo significativo alla teoria moderna del gioco. Tra i suoi lavori più noti c'è Il centro di partita, in cui analizzò l'importanza del controllo del centro della scacchiera, un tema centrale per le strategie scacchistiche. Durante la Seconda Guerra Mondiale e l'assedio di Leningrado, la sua vita subì una drammatica svolta. Perse la sua famiglia e molte delle sue opere, ma riuscì a sopravvivere, continuando a dedicarsi agli scacchi come insegnante e teorico. Dopo la guerra, tornò a dedicarsi attivamente alla formazione di nuovi talenti e alla stesura di contributi teorici. Romanovskij viene ricordato non solo come un grande giocatore, ma anche come un pioniere della didattica scacchistica, capace di tradurre la complessità del gioco in insegnamenti accessibili e duraturi. La sua influenza resta viva tra gli appassionati e gli studiosi del gioco.
Le informazioni nella sezione "Su questo libro" possono far riferimento a edizioni diverse di questo titolo.