Riassunto:
Tra le grandi cattedrali romaniche padane, quella dedicata a Santa Maria Assunta a Cremona è una delle più ricche di testimonianze figurative alte e stratificate, che improntano il lento passare dei secoli di segni di particolare rilievo. I nomi dei più grandi maestri, in prima persona o nell'accezione medioevale di bottega, si susseguono fitti: Wiligelmo, Antelami, l'eccelso Marco Romano, i campionesi, arricchiscono la facciata con opere grandiose e superbe, aristocratiche e terragne. Nell'interno poi, il ciclo di affreschi nella navata maggiore con le Storie della vita della Vergine e di Cristo squaderna come in nessun altro luogo i sintomi dell'incalzante rinnovamento in atto nella pittura italiana del primo Cinquecento, dal classicismo senza errori di Boccaccio Boccaccino alle inquietudini eccentriche e ponentine di Altobello Melone e di Gianfrancesco Bembo, del bresciano Romanino e del friulano Pordenone, cui spetta il gran finale con la clamorosa e baluginante Crocifissione della controfacciata. Accanto a questi due poli, la facciata e la navata, si aggregano capolavori di tutti i secoli, pittura, scultura, oreficeria. Cicli tardo-gotici nelle volte delle navatelle, che rimandano al gusto delle miniature e dei Tacuina sanitatis; la grande croce d'argento quattrocentesca; alcune tra le sculture più importanti ed espressive del Rinascimento in Lombardia; gli affreschi e le tele dei Campi, i massimi esponenti della scuola pittorica cremonese del Cinquecento, tra Maniera e natura; dipinti e sculture dal Sei all'Ottocento, dai Procaccini al Genovesino, da Bertesi a Borroni, fino a Giuseppe Diotti.
Informazioni sull?autore:
Francesco Frangi is full Professor of Modern Art History and Museology at the University of Pavia (Cremona campus). He is one of the leading experts on 16th- and 17th-century Lombardy. Marco Tanzi is full Professor of History of Modern Art at the University of Salento. He mainly deals with figurative culture in northern Italy from the 15th to the 17th century, with wandering artists along routes that are by no means canonical in the artistic geography of the peninsula and, more recently, with the Renaissance in the Terra d'Otranto.
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