Riassunto:
«Il canto dell'usignolo è una poesia in versi; il canto del cigno è una poesia in prosa.» Oscar Wilde. Tra gli studiosi di Oscar Wilde pochissimi hanno messo in risalto le sue capacità di narratore orale, di geniale improvvisatore di racconti coi quali intratteneva gli amici come George Bernard Shaw e William Butler Yeats, che rimasero fulminati dalla sua abilità oratoria. Dopo l'edizione de Il Quinto Vangelo, questo libro raccoglie tutti i racconti parlati (contes parlés) rimanenti, che Oscar Wilde condivise con i suoi amici e letterati francesi Henri de Régnier, Stéphane Mallarmé, Pierre Louÿs, e tanti altri. Sono allegorie della vita, apologhi di filosofia cristiana e di saggezza antica narrati con umorismo paradossale. Pubblicati da Léon Guillot de Saix, per il Mercure de France nel 1942.
Dalla quarta di copertina:
Oscar Wilde (1854-1900), poeta, scrittore di racconti, finissimo saggista, autore del romanzo Il ritratto di Dorian Gray, drammaturgo di successo per le sue brillanti commedie, fu più amato in Francia che in Gran Bretagna per il suo esorbitante talento. A Parigi frequentava i letterati, gli artisti e gli intellettuali più celebri, fu accolto nei salons, nei cenacoli, dove raccontava col suo francese piacevole e musicale poemi in prosa, aneddoti, narrazioni apodittiche, che furono trasmessi e trascritti nel tempo e che ora vengono presentati per la prima volta in italiano, confermando la fama di incantatore che Wilde si è sempre meritato.
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