Riassunto:
Questo saggio di Musil, che si considera uno dei suoi più importanti, in Italia è apparso per la prima volta sulla rivista "Carte segrete" (4, 1967, trad. di A. Rendi), e nasce come conferenza: Musil la tenne a Vienna nella primavera del '37, su invito della Federazione Austriaca del Lavoro, un anno prima dell'occupazione nazista dell'Austria che lo indusse, avendo lui una moglie ebrea, a emigrare in Svizzera. "Della stupidità", dice Musil in questo saggio, non si ama in genere parlare, la gente è sorpresa quando sente che "qualcuno in cui aveva riposto fiducia" ha deciso di "evocare questo mostro", e difatti pochissimi ci hanno provato. Introduzione di Anna Maria Carpi.
Dalla quarta di copertina:
introduzione di Anna Maria Carpi traduzione di Cristina Guarnieri testo tedesco a fronte - una piccola perla regalataci dall’autore austriaco - un tema sempre presente e attuale - una lettura agile e snella, per un pubblico adulto capace di avvicinare un testo non sempre semplice e intuitivo Una piccola perla firmata dallo scrittore austriaco. Si tratta del testo, non del tutto semplice, di una arguta conferenza sul tema della stupidità, che l’autore tenne a Vienna l’11 marzo 1937 e che venne ripetuta il 17 marzo 1937 su invito della Österreische Werkbund. L’autore analizza minuziosamente il tema della stupidità, accostandolo e analizzando i suoi rapporti anche con l’arte, la poesia... Dice Musil: «Se la stupidità non assomigliasse tanto al progresso, al talento, alla speranza e al miglioramento, nessuno vorrebbe essere stupido». Questo saggio di Musil, che si considera uno dei suoi più importanti, in Italia è apparso per la prima volta sulla rivista «Carte segrete» (4, 1967, trad. di A. Rendi), e nasce come conferenza: Musil la tenne a Vienna nella primavera del ’37, su invito della Federazione Austriaca del Lavoro, un anno prima dell’occupazione nazista dell’Austria che lo indusse, avendo lui una moglie ebrea, a emigrare in Svizzera. Della stupidità, dice Musil in questo saggio, non si ama in genere parlare, la gente è sorpresa quando sente che «qualcuno in cui aveva riposto fiducia» ha deciso di «evocare questo mostro», e difatti pochissimi ci hanno provato.
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