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Italia, s. n., [1865] Anno MMDCVIII, Prima edizione. La copia di Narciso Feliciano Pelosini, avvocato di successo, scrittore e poeta, caro amico di Puccini e di Carducci, con cui a più riprese si confrontò per motivi politici; pregiata dall invio autografo dell autore «All avv. N.F. Pelosini / G. C.» al piatto anteriore della brossura. Brossura con qualche marginale segno del tempo e un rinforzo in carta antica al dorso; piccola gora al margine esterno basso della copertina e delle pagine, lontana dalla parte a stampa; per il resto ottimo esemplare. Scritto nel settembre 1863 e qui pubblicato in editio princeps, utilizzando lo pseudonimo di Enotrio Romano. L inno «A Satana» compare privo della terz ultima strofa («passa benefico/di loco in loco/su l infrenabile/carro del foco»), che fu aggiunta solo nella seconda edizione del novembre 1867 (pubblicata con le stesse caratteristiche, ma in stampa meno elegante e in formato ridotto). L inno fu poi ricompreso per la prima volta in volume nelle «Poesie» del 1871 (Firenze, Barbera). La datazione all «Anno MMDCVIII dalla fondazione di Roma», e non con la data tradizionale, intende fin da principio porsi in opposizione alle convenzioni cristiane. Il poeta scrisse a Chiarini in una lettera del 15 ottobre 1863: «È inutile che io avverta aver compreso sotto il nome di Satana tutto ciò che di nobile e bello e grande hanno comunicato gli ascetici e i preti con la formula "Vade retro Satana"; cioè la disputa dell uomo, la resistenza all autorità e alla forza, la materia e la forma degnamente nobilitate. [.] Dopo letto, ricorda che è lavoro d una notte». Qualche mese dopo (12 aprile 1864) Carducci aggiunse in una lettera a Luisa Grace Bartolini: «Ora quei miei versi possono apparire anti-cristiani. [.] Ho detto, possono apparire: perché, nell intenzion mia, son più tosto anti-mistici, anti-ascetici, anti-medievali, che anti-cristiani». Quanto alla figura di Satana, non va identificato con il demonio; in risposta a Quirico Filopanti, sul «Popolo» del 10 dicembre 1869, Carducci scrisse: «Tu non potevi non intendere a qual nume inneggiassi io. Tu l hai detto: alla Natura. E alla Ragione, aggiunge il redattore del "Popolo". Sì, ho inneggiato a queste due divinità dell anima mia, dell anima tua e di tutte le anime generose e buone, e queste due divinità che il solitario e macerale e incivile ascetismo abomina sotto il nome di carne e di mondo; che la teocrazia scomunica sotto il nome di Satana. Satana per gli asceti è la bellezza, l amore, il benessere, la felicità. Quella povera monachella desidera un cesto d indivia? in quel cesto v è Satana. Quel frate si compiace di un uccellino che canta nella sua cella solinga? in quel canto v è Satana. Ecco, nella caricatura ridicola della leggenda, quel feroce ascetismo che rinnegò la natura, la famiglia, la repubblica, l arte, la scienza, il genere umano; che soppresse, a profitto della vita futura, la vita presente; che, per amore dell anima, flagellò, scorticò, abbrustolò, agghiadò il corpo». Bibl.: Barbieri, Le editiones principes, Levia Gravia s.n. in fine in 16°, brossura originale muta di color rosa chiaro, pagine legate con nastro tricolore, pp. 12, testo in cornice tipografica. Prima edizione. La copia di Narciso Feliciano Pelosini, avvocato di successo, scrittore e poeta, caro amico di Puccini e di Carducci, con cui a più riprese si confrontò per motivi politici; pregiata dall invio autografo dell autore «All avv. N.F. Pelosini / G. C.» al piatto anteriore della brossura. Brossura con qualche marginale segno del tempo e un rinforzo in carta antica al dorso; piccola gora al margine esterno basso della copertina e delle pagine, lontana dalla parte a stampa; per il resto ottimo esemplare. brossura originale muta di color rosa chiaro, pagine legate con nastro tricolore,
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